Koan e paradosso

Il linguaggio oltre le parole nei testi sacri di buddhismo, islam e cristianesimo

Martedì 26 novembre alle ore 18 al Centro Cultura Dar al-Hikma di Torino (via Fiocheto 15) si terrà il secondo incontro della 13a edizione dei “Martedì della Sapienza Islamica” promossa da ISA Academy Ets, in collaborazione con il Centro Culturale Dar al-Hikma e la COREIS Italiana.
Parlando di linguaggi e alle lingue sacre delle religioni, non poteva mancare un  approfondimento su una delle modalità espressive presente in molte tradizioni spirituali. L’espressione paradossale, a volte in forma di aforisma o di breve raccontoparte dalla razionalità per superarla, andando oltre

Dai “koan” delle tradizioni estremo orientali, alle parabole evangeliche o agli insegnamenti di maestri musulmani, lo scopo non è mai puramente stilistico o letterario, ma sempre rivolto a sollecitare maieuticamente il lettore ad un’elevazione interiore.

Da sempre usata anche nella letteratura religiosa e non, oggi questa forma viene ricercata anche nei linguaggi della comunicazione di massa (incluso il marketing), proprio in virtù della sua forza, capacità sintetica e di sollecitazione intellettuale in chi legge.

Conoscere meglio questo aspetto del linguaggio nelle tradizioni spirituali così diffuso, ma anche poco conosciuto come tale, rappresenta un’occasione importante soprattutto per chi si occupa di religioni, ma anche di scrittura e di mezzi di comunicazione in generale.

Intervengono
ABD AL-HAQQ ISMAIL GUIDERDONI Institut des Hautes Etudes Islamique
DON CRISTIAN BESSO Direttore Università Pontificia Salesiana Torino
ELENA SEISHIN VIVIANI Monaca, Unione Buddhista Italiana
Modera
ABD AL-GHAFUR MASOTTI, COREIS Italiana

L’iniziativa ha ricevuto il patrocinio della Regione Piemonte, del Comune di Torino, della Circoscrizione 7 e dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte. 
Tutti gli appuntamenti si terranno in presenza, con registrazione e pubblicazione su canale Youtube di ISA Academy ETS e Dar al-Hikma.

Perchè parlare di lingue sacre?

Un mondo globalizzato dove si va sempre di più verso alcune poche lingue “franche”, uguali per tutti, o verso modi di espressione standardizzati nella comunicazione dei nuovi media, tra hashtag ed emoji, richiede nuovi strumenti culturali che aiutino a non perdersi nelle comunità virtuali, sostenendo e rinforzando il patrimonio delle comunità reali, fatte di specificità culturali, linguistiche ma anche spirituali.

Le comunità abramiche sono chiamate, nell’Islam, “genti del Libro”, in quanto fondate su Libri rivelati in lingue sacre che sono tutt’oggi alla base della vita religiosa per miliardi di fedeli, uomini e donne in tutto il mondo.

Allora, riscoprirela bellezza e complessità di questi linguaggi, così come la ricchezza delle forme d’arte basate sulla calligrafia e lelingue sacre, ma anche la poesiareligiosa, può rappresentare un’occasione per prevenire i pericoli di una conoscenza alterata dagli stereotipi e da una visione soltanto quantitativa e “misurabile” della verità e della Storia.

Conoscere e imparare a custodire questo patrimonio, riconoscendone la complessità, diventa oggi essenziale anche come antidoto al radicalismo, per contrastare quel processo di impoverimento della profondità del linguaggio che porta al letteralismo che è alla base di ogni formalismo nelle religioni.

Si prevede di accompagnare alcune delle relazioni con esposizioni di calligrafie e con spettacoli di “musica e parole”.