“Insegnò ad Adamo i nomi delle cose”

Dalla lingua primordiale al linguaggio globalizzato?

Dopo i primi due incontri dove abbiamo scoperto le regole dell’interpretazione dei testi sacri e ascoltato le espressioni più elevate nei paradossi dei koan, nel prossimo appuntamento dei Martedì della Sapienza Islamica proveremo a riflettere su unipotetico tragitto che va dalla lingua primordiale del primo uomo Adamo al linguaggio unico globalizzato.


Si svolgerà martedì 10 dicembre come semprealle ore 18 al Centro Cultura Dar al-Hikma di Torino (via Fiocheto 15)il terzo incontro della 13a edizione dei “Martedì della Sapienza Islamica” promossa da ISA Academy ETS, in collaborazione con il Centro Culturale Dar al-Hikma e la COREIS Italiana.


Molte tradizioni, inclusa quella islamica, parlano di una lingua primordiale che Dio rivelò al primo uomo e che sarebbe stata tramandata oralmente almeno fino all’epoca della Torre di Babele. Oggi, forse per la prima volta nella storia dell’umanità, siamo di fronte ad una globalizzazione anche dei linguaggi, che va ben oltre la semplice prevalenza di una lingua franca come l’inglese – fenomeno da sempre accaduto in ogni epoca – ma tocca anche i modi di esprimersi e comunicare, ormai profondamente interconnessi con i nuovi media e i viaggi dell’epoca globale.

E’ interessante capire se siamo davvero di fronte ad un evento ciclico e quali possano essere le sue ripercussioni da un punto di vista delle tradizioni spirituali di Islam e Cristianesimo, per le quali proprio il linguaggio è un tratto distintivo dell’essere umano.


Intervengono


Yahya Abd al-Ahad Zanolo, ISA Academy ETS


Matteo Bergamaschi, Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale


Modera
IlhamAllah Chara Ferrero, ISA Academy ETS


L’iniziativa ha ricevuto il patrocinio della Regione Piemonte, del Comune di Torino, della Circoscrizione 7 e dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte. 
Tutti gli appuntamenti si terranno in presenza, con registrazione e pubblicazione su canale Youtube di ISA Academy ETS e Dar al-Hikma.


Perchè parlare di lingue sacre?

Un mondo globalizzato dove si va sempre di più verso alcune poche lingue “franche”, uguali per tutti, o verso modi di espressione standardizzati nella comunicazione dei nuovi media, tra hashtag ed emoji, richiede nuovi strumenti culturali che aiutino a non perdersi nelle comunità virtuali, sostenendo e rinforzando il patrimonio delle comunità reali, fatte di specificità culturali, linguistiche ma anche spirituali.

Le comunità abramiche sono chiamate, nell’Islam, “genti del Libro”, in quanto fondate su Libri rivelati in lingue sacre che sono tutt’oggi alla base della vita religiosa per miliardi di fedeli, uomini e donne in tutto il mondo.

Allora, riscoprirela bellezza e complessità di questi linguaggi, così come la ricchezza delle forme d’arte basate sulla calligrafia e lelingue sacre, ma anche la poesiareligiosa, può rappresentare un’occasione per prevenire i pericoli di una conoscenza alterata dagli stereotipi e da una visione soltanto quantitativa e “misurabile” della verità e della Storia.

Conoscere e imparare a custodire questo patrimonio, riconoscendone la complessità, diventa oggi essenziale anche come antidoto al radicalismo, per contrastare quel processo di impoverimento della profondità del linguaggio che porta al letteralismo che è alla base di ogni formalismo nelle religioni.

Si prevede di accompagnare alcune delle relazioni con esposizioni di calligrafie e con spettacoli di “musica e parole”.