Per la promozione del dialogo interreligioso nel Mediterraneo
Grazie all’impulso dell’Osservatorio del Mediterraneo del Ministero degli Affari Esteri italiano, viene istituito nel 2012 il Premio S’Agostino che intende onorare un’istituzione o una persona di un Paese della riva Sud, della riva Nord e dell’Italia che abbia significativamente contribuito al rafforzamento del dialogo interreligioso o uno specialista dell’opera di Sant’Agostino, o l’autore di un saggio sul dialogo interreligioso o un militante sul campo del dialogo interreligioso.
Il Premio, che ha ricevuto il patrocinio della Commissione Europea, vuole ricordare la memoria di una santo che fu pioniere dei legami tra le due rive del Mediterraneo: nato sulla sponda africana, questo grande pensatore e credente trovò la fede sulla riva europea del Mare Nostrum per poi tornare a esercitare ad Ippona (l’attuale Annaba in Algeria) il suo magistero di Vescovo predicatore della concordia e del dialogo. Proprio a Milano, l’«africano» Sant’Agostino incontra l’«europeo» Sant’ Ambrogio che seppe suscitare in lui la fede e si fece artefice di quella che lo stesso Agostino considerò per se stesso come la sua «seconda nascita». E proprio in ricordo di questo incontro maieutico, il Premio ha la sua sede a Milano, con l’auspicio di svilupparlo ulteriormente in un gemellaggio morale e culturale con la città algerina di Annaba. Un certo numero di personalità ha voluto costituire un Comitato promotore del Premio riunitosi più volte presso l’Accademia ISA.
I premi sono stati assegnati a S.E. André Azoulay, esponente di spicco della Comunità Ebraica internazionale, consigliere del Re del Marocco e presidente della Fondazione Euro-Mediterranea Anna Lindh, S.E. Card. Angelo Scola, Arcivescovo di Milano e presidente della Fondazione Internazionale Oasis, il giornalista Frédéric Lenoir, direttore della rivista Le Monde des Religions, esempio di sana laicità aperta in senso pluralista al fenomeno religioso e S.A.R. il principe Ghazi Bin Muhammad bin Talal della famiglia reale di Giordania, promotore del progetto “A Common Word”.